Il mito del “virus democratico” è, appunto, un mito, e non corrisponde alla realtà. È vero che stiamo navigando tutti nello stesso mare, quello del Covid-19, ma le barche con cui lo attraversiamo non sono per niente uguali. L’ultima indagine Eurobarometro ci aiuta a capire come sia stata diversa, tra gli individui, la gestione del primo lockdown e quante differenze ci siano nella preoccupazione per il proprio futuro economico.
Maledetti soldi!
Si dà per scontato che chi è costretto a chiudere un’attività a causa del lockdown abbia diritto a un rimborso, ma se si parla di erogare soldi a chi non ne dispone strutturalmente perché disoccupato, il discorso vira immancabilmente verso l’irrazionale: chi non lavora non ne ha voglia; se non hai soldi è per tua incapacità. Misuriamo tutto in base ai soldi e li neghiamo a chi ne ha davvero bisogno. Curioso, no?
Ciò che è naturale non lo è. La lezione di Graeber
Alla morte prematura dell’antropologo statunitense David Graeber si stanno ristampando le sue opere. “Frammenti di antropologia anarchica” è una di queste. Un distillato di teoria e pratica innovative in una lingua accessibile a chiunque
La lingua “nova” di Prunetti che arruola Dante
L’autore toscano conclude la sua trilogia working class con una commedia operaia che è un tentativo (riuscito) di ritrovamento di senso in un mondo che ha perso la bussola ed è governato dall’incomunicabilità
Pre-recensioni: libri che vorremmo leggere
Coatti e solidarietà dal basso Alberto Prunetti ha tradotto, per Alegre, Chav. Solidarietà coatta, libro di D. Hunter. Dalla quarta di copertina: “Se incontraste oggi D. Hunter potreste scambiarlo per un bibliotecario uscito a fare shopping. Ma un tempo, per gli sbirri, le persone per bene e la stampa lui era un chav, un coatto. […]
Com’era il disagio economico prima del coronavirus
La crisi da pandemia si sta abbattendo soprattutto su coloro che già prima dell’emergenza stavano economicamente male o malissimo. Ecco perché servono misure di sostegno al reddito strutturali e permanenti: se un corpo già debilitato per una malattia viene investito da un’altra, probabilmente più grave, senza essere curato, rischia di non sopravvivere.
Coronavirus, il liberismo messo a nudo
L’epidemia da coronavirus che sta mietendo vittime con spietata disumanità ha messo anche a nudo le contraddizioni di un sistema economico che non regge quando c’è di mezzo la vita, e che anzi, spesso, la mette a repentaglio
Un quartiere bene comune
Turbazioni è un progetto che a cominciare da un parco, sta tentando di riqualificare un’intera area cittadina che rischiava di piegarsi su se stessa. A partire dal concetto di bene comune
La mia voce conta? La “gente” trascurata e la sfiducia nella democrazia
Una delle ragioni del successo dei populisti di destra un po’ in tutto il mondo è che la politica tradizionale (leggi: i partiti ascrivibili alla cornice liberaldemocratica) e la “gente che conta” sembrano non ascoltare le reali esigenze delle persone. Che siano sordi ai bisogni, alle paure, ai problemi, a quello che succede nella vita quotidiana della maggioranza della gente comune. Non si può certo dire che su questo chi si ribella ai partiti storici abbia torto, anzi. Il problema è il tipo di risposta che si dà a disagi (reali o percepiti, poco importa) vissuti davvero sulla pelle (e nella psiche).
Sesso e botte per metterle in riga. Il caporalato subìto dalle donne
Nel suo “Oro rosso”, Stefania Prandi ha riversato il frutto di due anni di una difficile inchiesta condotta tra Spagna, Italia e Marocco che porta alla luce come alle angherie del caporalato classico, nelle campagne in cui si raccolgono fragole e pomodori per le donne si aggiungono molestie e violenze che sono il frutto di una società vittima del patriarcato
Le tre sfide del reddito per tutti
La misura di un reddito per tutti così come viene elaborata nel libro di Ugo Carlone disegna un nuovo welfare, una nuova concezione del lavoro e una nuova cittadinanza. Tre piani diversi per un dibattito all’altezza delle sfide che questo secolo pone
Sardine, affinità e divergenze
Qualcuno ha scritto da qualche parte “meglio le sardine che niente”. E ci mancherebbe. Il movimento-geyser che si appresta sabato 23 novembre a riempire la piazza di Perugia dopo quelle di Bologna e di Modena ci restituisce però un gioco di vuoti e di pieni che vale la pena di affrontare. Il vuoto è quello […]
La Fabbrica della puzza e CittàViva
“Abbiamo presidiato il sito notte e giorno. Ci davamo il cambio, qualcuno portava da mangiare, altri leggevano le sentenze e dialogavano. La paura iniziale è scomparsa. Anzi, quella rabbia è stata un carburante per lottare per i nostri diritti”. La storia della “Fabbrica della puzza”, in Campania, e dell’associazione CittàViva che l’ha fatta chiudere
Il diritto di censura che abbiamo regalato a facebook
La cancellazione delle pagine dei fascisti da parte di facebook fa emergere un problema che ci coinvolge come cittadini: è una corporation privata a decidere cosa ha e cosa non ha diritto di cittadinanza, non sono più gli stati in seguito a un pubblico dibattito. Abbiamo abdicato all’idea di auto-regolarci e ci facciamo regolare da megacorporation private che domani potrebbe cancellare anche noi
La quotidianità che aiuta. Volontariato e Misericordie
Perché è importante il volontariato, oggi? E come viene vissuto dai volontari che lo praticano? Sono queste le domande a cui un’indagine realizzata fra i volontari delle Confraternite di Misericordie dell’Umbria ha cercato di rispondere
Roma cerca casa
La situazione abitativa a Roma è drammatica: decine di migliaia di aventi diritto all’alloggio popolare, un centinaio di occupazioni e una cifra indefinibile di senzacasa. Ma qualcosa si può fare: riconvertire a uso abitativo le cubature pubbliche inutilizzate, acquistare edilizia privata invenduta (acquisendola al patrimonio immobiliare pubblico), sostenere l’auto-recupero di spazi abbandonati e, in ultima istanza, ricorrere alla requisizione di edifici privati lasciati intenzionalmente vuoti. Occorrerebbero, ovviamente, volontà politica e investimenti.
La società delle dipendenze
Quando si parla di dipendenze si fa riferimento alle sostanze classiche, invece la nostra è una società che ne crea diverse di dipendenze perché chiede molto, troppo, a chi la abita. Per questo il fenomeno delle droghe è una questione complessa
Uscire dal tunnel
Basta decostruire gli altri, costruiamo noi stessi. Provare a essere compagni, in fondo in fondo, è la via preferenziale per restare umani
La salute mentale è uguale per tutti?
Chi ha un basso livello di istruzione, redditi peggiori, scarsa rete sociale e non lavora rischia parecchio di più di soffrire di depressione o ansia cronica. Intervenire “a monte” e rendere gli individui almeno pari nella possibilità di non stare bene mentalmente significa ridurre le disparità sociali.
L’incertezza diseguale in lockdown
Un’indagine del Parlamento europeo ha messo in luce che tipo di sensazioni sono prevalse durante il primo lockdown. L’incertezza su tutte, ma anche la frustrazione e l’impotenza, con le donne più penalizzate. I giovani sono i meno speranzosi e i più frustrati. Sei persone su dieci hanno avuto difficoltà finanziarie. Tutto ciò è avvenuto in maniera più pesante nel nostro paese e ovviamente in maniera diseguale tra la popolazione. Che aspettiamo a riprendere in mano (e concretizzare) termini come giustizia sociale, welfare state, redistribuzione?
Abbasso la patrimoniale, viva la patrimoniale
La patrimoniale? Un tabù. Materia scottante, da non toccare. Ma è proprio impossibile parlarne? Veramente gli italiani sono così contrari? Non sarebbe il caso di pensare alla possibilità che chi ha tanto contribuisca a migliorare la vita di chi ha meno, specialmente in questi tempi duri?
Riusciamo ancora a “stare insieme”?
“Chi fa da sé, fa per tre”, recita l’adagio. Oggi però scontiamo le conseguenze di tutto ciò che si è fatto allargando e stirando fino all’esagerazione quell’adagio. C’entrano i cambiamenti sociali, certo, ma c’entra anche il tipo di modello economico in cui viviamo e i “valori” che veicola. Eppure, in teoria, non siamo così individualisti ed egoisti come troppo spesso sembriamo.
Carlo Rosselli: “Gli italiani sono moralmente pigri”
Carlo Rosselli fu un uomo politico nato a Roma nel 1899 e morto in Francia nel 1937. Antifascista, dopo il delitto Matteotti fondò il foglio clandestino “Non mollare”. Scrisse “Socialismo liberale” (di cui riportiamo un estratto di seguito) al confino di Lipari. Riparò in Francia, dove costituì il movimento “Giustizia e Libertà”, che ebbe un ruolo di primo piano nella resistenza italiana. Combatté nella guerra civile spagnola per i repubblicani. Tornato in Francia a seguito delle ferite riportate, fu assassinato insieme al fratello Nello da un’organizzazione francese di ispirazione fascista, probabilmente su mandato dei servizi segreti italiani dell’epoca.
Oltre il pubblico e il privato: il bene comune
La categoria di bene comune va al di là della distinzione pubblico-privato per riaffermare la gestione partecipativa dei beni che servono al soddisfacimento di diritti fondamentali. Non è solo una questione di proprietà, ma di gestione. Spesso infatti le cose pubbliche subiscono un processo di aziendalizzazione che le snaturano. Un processo che i beni comuni invece prevengono
Le stazioni non presenziate come luoghi di partecipazione
Per evitare l’abbandono, le stazioni ferroviarie “impresenziate” possono essere riqualificate e rigenerate, diventando spazi comuni utili alla collettività. Gli esempi non mancano.
Perugia, il gazebo che si mangia la storia
A Perugia è stato posizionato un gazebo nel luogo che, tra le altre cose, ispirò Giosuè Carducci. Così è stato occupato un posto che è una sorta di luogo dell’anima per residenti e turisti, e che ha perso la sua natura in onore del commercio. È una metafora che va al di là del luogo e della città coinvolti, che ci dice come gli spazi pubblici si vanno assottigliando sempre più per obbedire a logiche e interessi sempre meno pubblici e comuni
Ritrovare il pensiero, guardare avanti
Un incontro con l’autore Goffredo Fofi e l’antropologo Piergiorgio Giacchè diventa l’occasione per mettere sul banco degli imputati la “società dello spettacolo”, tanto pervasiva quanto vuota. Per farsi domande e tentare risposte. Per dirsi che occorre ricominciare a non collaborare
L’incertezza nel futuro in pandemia: come affrontiamo il domani?
La sequenza logica parla chiaro: il futuro è una necessità per l’uomo; ma, da diversi decenni, per molti individui è diventato confuso, incerto e fonte di pericoli, più che di speranza; la crisi del 2008 ha aggravato questo fenomeno; la pandemia sta facendo ingranare un’ulteriore marcia in più. Conseguenza: l’ottimismo sull’avvenire sta diminuendo, dati alla mano. Su questo, le politiche pubbliche possono fare moltissimo.
Mancate zone rosse, l’imputato è il sistema
L’inchiesta sulla mancata chiusura di Alzano e Nembro, due dei sottovalutati focolai lombardi di covid, è un esempio di clamorosa mistificazione sistemica, come sistemico è il razzismo negli Stati Uniti. La piega distorta che ha preso è stata adottata inconsciamente. Cioè in maniera automatica, spontanea, naturale si direbbe, benché non vi sia alcuna coerenza in […]
Il discorso di Pericle sulla democrazia ad Atene
“Riuniamo in noi la cura degli affari pubblici insieme a quella degli affari privati, e se anche ci dedichiamo ad altre attività, pure non manca in noi la conoscenza degli interessi pubblici. Siamo i soli, infatti, a considerare non già ozioso, ma inutile chi non se ne interessa”.